mercoledì 16 settembre 2009

Intercettazioni

C.: Forse M non può venire
C.: da Tori
C.: regalo a te il biglietto
C.: e ci andiamo insieme
Me: oddio grazie
Me: se non può ci vengo volentieri
Me: mi porto un Lexotan per quando usciamo
C.: Fai schifo

martedì 15 settembre 2009

Will you be there?

Nei momenti più bui
Nella mia disperazione più profonda
Mi vorrai ancora bene?
Ci sarai?
Nelle mie difficoltà
Nei dubbi e nelle frustrazioni
Nella mia violenza
Nella mia turbolenza
Nella paura e nelle mie confessioni
Nell'ansia e nel dolore
Attraverso la mia gioia ed il mio dolore
Nella promessa di un altro giorno
Non ti permetterò mai di andartene
Perchè sei sempre nel mio cuore

Micheal Jackson - Will You Be There

domenica 13 settembre 2009

"Michael Jackson è nato nell'Agosto del 1958, come me. Michael Jackson é cresciuto nei sobborghi del Midwest. Come me. Michael Jackson aveva otto fratelli e sorelle. Come me. Quando Michael Jackson aveva 6 anni è diventato una superstar ed era forse il bambino più adorato al mondo. Quando avevo 6 anni mia madre morì. Credo che abbia scelto il bastoncino corto.

Io non ho mai avuto una madre, ma lui non ha mai avuto una infanzia. E quando non riesci ad avere mai qualcosa, ne diventi ossessionato. Ho passato la mia giovinezza a cercare le mie figure materne; a volte con successo. Ma come fai a ricreare la tua infanzia quando il mondo ti tiene sotto una lente d'ingrandimento per tutta la vita?

Non c'è nemmeno da domandarsi se Michael Jackson fosse uno dei più grandi talenti che il mondo abbia mai conosciuto. Che quando cantava una canzone all'età di 8 anni, potesse farti sentire come se un adulto vissuto stesse spremendo il suo cuore in quelle sue parole. Che il modo in cui si muoveva avesse l'eleganza di Fred Astaire e l'effetto dirompente di un pugno di Muhammad Ali. Che la sua musica avesse uno certo strato in più di inesplicabile mafia che non ti faceva semplicemente venire la voglia di ballare ma che ti faceva credere davvero che potessi volare, osare sognare, essere qualsiasi cosa volessi essere. Perchè questo è quello che gli eroi fanno. E Michael Jackson era un eroe.

Si è esibito in stadi di calcio in giro per il mondo, ha venduto centinaia di milioni di dischi, ha cenato con primi ministri e presidenti. Le ragazze si sono innamorate di lui, i ragazzi si sono innamorati di lui, tutti quanti volevano ballare come lui, sembrava venuto da un altro mondo, ma era anche un essere umano. Come la maggior parte dei performer, era timido e minato dalle insicurezze.

Non posso dire che fossimo grandi amici, ma nel 1991 decisi che volevo conoscerlo meglio. Gli chiesi di andare a cena: gli dissi, "Faccio io, guido io, solo tu e me." Accettò e si presentàòa casa mia senza guardie del corpo. Andammo al ristorante con la mia macchina. Fuori era buio, ma lui aveva ancora addosso gli occhiali da sole. Disse "Michael, mi sembra di parlare a un'auto coi vetri oscurati, pensi di poterti togliere quegli occhiali e farmi vedere i tuoi occhi?". Fece un attimo di pausa, poi gettò gli occhiali fuori da finestrino facendomi l'occhiolino e sorridendo disse "Riesci a vedermi ora? Così va meglio?"
In quel momento, potevo vedere sia la sua vulnerabilità che il suo fascino. Per il resto della cena, ero determinata nel fargli mangiare patatine fritte, bere vino, concerdersi un dessert e dire parolacce, tutte cose che non sembrava permettersi di fare. Più tardi, tornammo a casa mia per vedere un film e restammo seduti sul divano come due bambini, e ad un certo punto nel mezzo del film, le sue mani presero le mie. Ebbi la sensazione che stesse cercando un'amica più che una situazione romantica e fui contenta di poterlo essere per lui. E in quel momento non si sentiva come una superstar, si sentiva come un essere umano. Uscimmo insieme qualche altra volta e poi per un motivo o per un altro ci perdemmo di vista. Poi, la caccia alle streghe e sembrava che le storie negative su Michael uscissero fuori una dopo l'altra. Potevo sentire la sua sofferenza. So cosa significhi camminare per la strada ed avere la sensazione che il mondo intero ti si sia rivoltato contro. So com'è sentirsi privi di aiuto e incapaci di difendersi solo perchè il frastuono dei linciaggi è così forte che ti convinci che la tua voce non potrà mai essere ascoltata.

Ma io avevo avuto un'infanzia, e mi era stato permesso fare errori e trovare la mia stra
da nel mondo senza essere abbagliata dai riflettori. Quando seppi che Michael era morto ero a Londra, pochi giorni prima di partire in tour. Michael avrebbe dovuto esibirsi in quello stesso posto una settimana dopo di me. Tutto ciò che ho potuto pensare in quel momento era che lo avevo abbandonato. Che noi lo avevamo abbandonato. Che avevamo permesso che questa creatura magnifica che aveva infiammato il mondo intero passase via inosservato. Quando stava cercando di costruirsi una famiglia e rimettere insieme la sua carriera, eravamo tutti occupati a dare giudizi. La maggior parte di noi gli aveva voltato le spalle.

Nel tentativo disperato di aggrapparmi alla sua memoria, andai su Internet per vedere vecchi filmati in cui ballava e cantava in televisione o sul palco e pensai, "Dio mio, era così unico, così originale, così raro. E non ci sarà mai nessuno come lui." Era un Re. Ma era anche un essere umano. E siamo tutti esseri umani e a volte dobbiamo perdere qualcosa per apprezzarla veramente. Voglio concludere con una nota positiva e dire che i miei figli, di 9 e 4 anni, sono ossessionati da Michael Jackson. C'è un sacco di cro
tch-grabbing e moonwalking in giro per casa mia, e sembra che una intera nuova generazione di bambini abbia scoperto il suo genio e lo stia riportanto di nuovo in vita.
Spero che, dovunque Michael sia in questo momento, questo lo stia facendo sorridere."

Si. Si. Michael Jackson era un essere umano, ma diamine, lui era un Re. Lunga vita al Re."
Madonna