mercoledì 1 dicembre 2010

1 Dicembre 2010

Quando si è piccoli si aspetta questo periodo per almeno otto mesi su dodici. Al pari del proprio compleanno o delle vacanze estive. Si ama il Natale per tanti motivi. Primo tra tutti i regali. Ma a giocare un ruolo importantissimo sono le sensazioni del periodo che caratterizza questa festività, e le conosciamo più o meno tutti: il verde rassicurante degli alberi di Natale, il calore del rosso e dell'oro delle decorazioni, le rilassanti luci delle candele e il calore del fuoco di un camino, che anche se non lo si possiede, il nostro cervello è come se lo materializzasse in un punto qualsiasi della nostra casa.
In una parola credo che la sensazione che il Natale ci trasmettesse da piccoli sia “rassicurante”, come se per tre settimane/un mese tutto andasse bene, a casa nostra e nel mondo.
Crescendo si sa, svanisce la magia e si inizia a detestare il Natale, vuoi per i raptus di follia degli acquisti dell'ultimo minuto, vuoi per la smagnetizzazione di massa di bancomat e carte di credito per l'eccessivo utilizzo o per l'indecisione perenne tra pandoro e panettone o tra capitone e zampone. Vuoi per i falsi buonismi, i finti sorrisi e il dover fingere di augurare ogni bene a chi invece vorremmo seppellire con le nostre stesse mani. In una parola credo che la sensazione che il Natale ci trasmetta da grandi sia “stress”, come se per tre settimane/un mese tutto dovesse per forza andare bene, a casa nostra e nel mondo.
Forse da piccoli potevamo anche chiudere gli occhi e far finta che fosse così, ma farlo da grandi sarebbe da folli. Sono anni ormai che affronto le festività con eccessivo cinismo, lo sfuggo, mi nascondo, mi urta al punto che quando qualcuno mi augura “Buon Natale” io non rispondo, mi giro e scappo via in silenzio.
Mi chiedo che fine abbia fatto la persona che amava vedere papà e mamma sistemare luci e festoni, che abbracciava i nonni quando riceveva i regali, che si alzava da tavola per primo per vedere da lontano l'intera famiglia riunita a ridere e scherzare mangiando dolci e giocando a tombola.
Sarà il mio primo Natale lontano da casa. E, forse, darei un giorno della mia vita futura per riviverne uno della mia vita passata.


venerdì 17 settembre 2010

Non andare via...

Io non so fino a dove ci porteranno i nostri sogni
Ma so che fino a quando ci parleranno d'amore

Continueranno a fiorire stagioni


Non andare via



lunedì 23 agosto 2010

Intercettazioni

C: te la ricordi
C: Cannelle
C: quella
C: che dava il culo per le morositas?
M: certo!
C: io volevo essere lei da grande
M: ah bhè!
C: avere il potere
C: di ipnotizzare la gente col culo
M: prova ad ipnotizzare la gente col cazzo
M: il pendolo funziona sempre!

sabato 31 luglio 2010

500 Days Of Naive Song

giovedì 29 luglio 2010

Untitled

Ha senso riprendere a scrivere in un posto dimenticato da Dio e da tutti? Ha senso riprendere a vomitare frasi senza senso che solo chi le scrive riesce a capire a malapena? Ha senso sentire il bisogno di scrivere solo quando senti che tutto va a puttane?

No.

Ma in un posto che ha fatto del nonsense il suo leitmotiv è possibile questo e altro.