domenica 24 febbraio 2008

The forgotten names

Si dice che una persona non muoia finché rimane viva nei ricordi degli altri. Ma che succede se questi, nonostante si ricordino dei loro cari, dimenticano dove si trovano le prove fisiche della loro esistenza?
Mi spiego meglio: ricordiamo i nostri cari che non ci sono più, continuiamo a volergli bene e a ripensare ai momenti passati insieme, ma perché così tanta gente dimentica che sono ancora fisicamente presenti nei cimiteri?
E' infinitamente triste la visione di centinaia di tombe abbandonate, dimenticate e ridotte ormai a macerie. Questo è quello che ho dedotto stamattina dopo una passeggiata al Cimitero Monumentale del Verano.
E' da quando mi sono trasferito qui che Samantha aveva promesso di portarmici, ma ogni volta avevamo preferito fare altro, stamattina invece è successo il contrario.
E' un pò strano parlare di questa passeggiata, in tre ore apparentemente non abbiamo fatto nulla se non camminare e parlare, ma in realtà credo che abbiamo fatto veramente tanto. Mi sento come se avessi, per un attimo, riportato in vita tutta quella gente, o come se più semplicemente, avessi parlato con loro rimanendo ognuno nella sua dimensione spazio-temporale.

Ci siamo commossi più volte: davanti le tombe grigie, molte delle quali divelte, della sezione ebraica; davanti la tomba di un'intera famiglia, padre, madre e un bambino di due anni, morti nello stesso giorno; davanti la tomba di una bambina musulmana interamente ricoperta di fiori, giocattoli e angeli di diverse misure, tutti intorno alla sua foto sul banco di scuola. E' stato difficile trattenere le lacrime anche davanti il disegno di un bambino che salutava il nonno per l'ultima volta, così com'è stato difficile staccare gli occhi da quelle foto, da quei nomi, da quelle date.

I nomi. Non facevo che leggere ossessivamente nomi e cognomi.

Immaginavo le loro storie, le loro vite, nel 1850, nel 1910, nel 1945, nel 1960. Nomi e date. Nomi, date e foto. E sebbene le tombe monumentali, come quelle di Garibaldi o di Mameli, saltino subito all'occhio per la loro imponenza, io fissavo le lapidi anonime, con le foto consumate dal sole e dalla pioggia degli ultimi cinquanta o sessant'anni.
Pensavo che dietro ad ognuno di quei nomi c'era stata una vita, pensavo che ognuno di quei nomi suonava importante nella mia mente, anche se si trattava di gente semplice, gente comune. Avrei voluto leggerli tutti, uno per uno, avrei voluto quasi parlare con loro. Avevo la deprimente sensazione che quella gente fosse veramente morta, morta e sepolta anche nei ricordi dei loro cari. E nella lista di questi vivi "cattivi" ho incluso me stesso, che se si esclude il recente lutto non andavo al cimitero da anni.

Poco prima di entrare una signora aveva cercato di venderci dei fiori, ma Samantha aveva declinato dicendo che non avevamo parenti lì dentro e per risposta aveva avuto un sorriso e un "Meglio così". Quando sono uscito ho pensato che in realtà lì dentro avevo lasciato tante persone care, perché in fondo i defunti sono la storia e il passato di tutti noi, e ho detto a Samantha che magari, la prossima volta, quel mazzo di fiori possiamo anche comprarlo.

I ran to the cemetery
And held my breath
And tought about your death

And I saw the crumbling tombstones
All the forgotten names

Madonna - Mergirl

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La foto a corredo del post è stupenda.

Immaginare le vite passate di chi non c'è più è qualcosa che faccio anch'io quando mi capita di andare per cimiteri.

Massi ha detto...

La foto è veramente bella, è proprio dal cimitero del Verano.

Grazie per aver commentato, di solito i post "seri" non li commenta nessuno... :)

Anonimo ha detto...

devi anche visitare assolutamente il cimitero che si trova a piramide
una meraviglia

ora non mi ricordo il nome, ma ha anche un sito

Massi ha detto...

E' il Cimitero Acattolico...cercherò di andare anche li... ;)