venerdì 29 settembre 2006

Domani lavoro

Ovviamente perchè dobbiamo sistemarci nella nuova stanza. I miei colleghi oggi hanno pensato un paio di soluzioni a dir poco perfette. Io non ho avuto tempo per queste stronzate perchè la mia giornata è stata una guerra. Non passavo una giornata così da non so quanto tempo, ho scaraventato una sedia dall'altro lato della stanza, ho tirato in aria schede e preventivi, ho strappato lavori appena usciti dalla stampante e ho litigato con un cliente. Una delle persone più viscide mai conosciute! Mi piacerebbe scrivere i dettagli ma adesso ho troppo sonno.

Spero in un weekend tranquillo e sereno, altrimenti per me si spalancheranno presto le porte di una bella clinica.

This is how I feel

Intanto...

...da due settimane rimandiamo una famosa riunione tra colleghi. E' stata progettata per metterci tutti d'accordo e affrontare la famiglia mettendo tutte le carte in tavola. E' stata progettata con l'intento di creare un gruppo, un unico muro su cui fare sbattere la famiglia.
Al momento purtroppo il gruppo ha una base solida ma il resto solo mattoni sparsi. E anzi, da ieri ha perso anche un mattone, solo che non lo sa neanche.

Un mio collega ha fatto un colloquio, è stato assunto da un'altra ditta e inizia sabato, dopodomani. Non lo sa ancora nessuno oltre me, perchè sono la sola persona a cui racconta tutto lì dentro. Ieri me lo ha detto con un sms, appena l'ho letto sono andato di corsa a prendere il telefono dell'ufficio per chiamarlo e avevo i brividi. Sono contentissimo per lui, ma mi dispiace altrettanto sapere che non sarà più dei nostri.

Compiti per casa

Da quando ci siamo chiariti è tornato tutto come prima: le pause sigaretta insieme, il rito del caffè, la marea di favori e aiuti da parte di entrambi, l'immancabile cazzeggio e le nostre famose confessioni.
Sono ricominciati anche i compiti per casa, per carità, niente a che fare con i compiti di scuola! Sono semplicemente degli spunti di riflessione che il mio Responsabile ogni tanto mi affida, mi da il tempo di metabolizzarli e farmi una mia opinione e l'indomani è l'argomento di discussione della giornata. Oggi mi ha dato il primo da quando è finita la nostra battaglia (almeno una è terminata!), per dire la verità me ne ha dati due.
Il primo riguarda la situazione attuale in ufficio, mi ha detto che siamo a questo punto anche per un motivo, che io non ricordo ma che lui mi ha rivelato quella famosa notte sul terrazzo di casa sua.
Il secondo compito per casa è rispondere ad una domanda che mi ha fatto mentre fumavamo. Mi ha chiesto: "Ma tu, cosa pretendi o cosa desideri ricevere dalla nostra ditta?".

Ovviamente la risposta stava scattando immedita, ma lui mi ha chisto di rifletterci stanotte. Lo farò.

Liti

Dal rientro dalle ferie l'ufficio è un campo di battaglia. Liti tra colleghi, liti tra la famiglia, liti tra dipendenti e la famiglia.

Oggi è scoppiata ufficialmente la rivoluzione: c'è stato un altro cambio di stanza, un mio collega è passato accanto al responsabile, la sua stanza si è liberata e io e i miei due colleghi di stanza passeremo nella sua. Forse anche con una quarta persona, un nuovo arrivato.
Quando mi è stato detto come verrò sistemato, scrivania a muro, porta accanto con gente che mi passa dietro e gli altri colleghi che mi lavorano alle spalle, ho detto che non ero d'accordo. Panico. Non se l'aspettavano.
Dopo aver detto le mie ragioni e aver suggerito la mia sistemazione ideale mi è stato detto che era impossibile, e quando non ho ceduto e ho continuato a dire "No, io qui non mi ci metto perchè mi sarà impossibile lavorare. Preferisco che mi spostiate la scrivania in magazzino" mi è stato detto un secco, incazzato e freddo "Allora tu e i tuoi colleghi di stanza venite sabato e vedete voi come dovete sistemarvi".
Da quel momento in poi non sono più riuscito a lavorare. Da tre anni lavoro in questa merda di ufficio per questa merda di ditta e non mi sono mai lamentato di nulla (se non di un aumento non più dato), ho sopportato tante merdate nei miei confronti rispondendo sempre educatamente. Adesso mi sono rotto i coglioni. Volete mettermi lì? No. Lì non ci stò.
Attenzione: non che i miei colleghi siano in una situazione migliore. Non mi dilungo sulla conformazione della stanza, ma il posto peggiore spettava comunque a me. Come andrà a finire non lo so ma una cosa è certa: non mi arrendo, non gli renderò la battaglia facile, questa volta se vorranno vincere troveranno un ostacolo. E se perderò anche questa battaglia inizierà il cambiamento: ostruzionismo, ritardi, pausa pranzo di due ore, niente straordinari (rigorosamente MAI pagati) e tante altre belle cosine che mi inventerò a costo di farmi odiar...oops...licenziare.

lunedì 25 settembre 2006

Finalmente

Venerdi mattina, lui esce a fumare, io tentenno un pò poi lo seguo.

Io: Posso farti una domanda? Però devi rispondere sinceramente
Lui: Certo
Io: La situazione così com'è ti sta bene?
Lui: Assolutamente no, e lo sai benissimo

E da li è nata una discussione più o meno lunga dove abbiamo chiarito i nostri problemi. Alcune erano veramente seghe mentali mie, altri erano errori fatti da lui o da entrambi. E comunque avevo ragione, ci eravamo impuntati entrambi a non fare la prima mossa per vedere l'altro fino a che punto arrivava! Detto questo lui mi ha chiesto di parlargli ogni volta che qualcosa non va, di dirglielo chiaramente. Ho promesso che accetterò il suo consiglio.

giovedì 21 settembre 2006

Un passo avanti

A poco a poco, tra un lavoro e l'altro, stiamo riprendendo a parlare. Per carità sempre e solo di lavoro, ma almeno è qualcosa. Intanto continua a prendere le mie difese nelle discussioni con i capi, ad elogiarmi e a dire quanto è soddisfatto di me (e ci mancherebbe, mi faccio il culo dalle 8 allo 19!!).
Oggi poi due nostri colleghi hanno cercato di riavvicinarci quando ho detto a loro che voglio comprare una macchina di seconda mano. Lui, guarda caso, deve vendere il suo rottame ventennale. Tra risatine e allusioni varie gli hanno detto se era possibile scalare il prezzo, poi lui ha indicato me e ha detto "Ma è per lui?", a risposta affermativa ha detto "A lui la regalo!".

Insomma, lui non ce l'ha con me, io non ce l'ho con lui, abbiamo solo avuto un paio di discussioni (forse due paia, ma vabbè) ma la pagliacciata va ancora avanti. E sapete perchè? Semplice, abbiamo lo stesso identico carattere e un particolare di esso in comune: l'orgoglio.

mercoledì 20 settembre 2006

Nothing is what it seems

Chi mi conosce e sa che aspetto ho può confermare che dimostro praticamente dieci anni in meno di quelli che realmento ho. Se ci aggiungiamo la faccetta pulita da bravo ragazzo direi che l'idea che una persona si fa di me è scontata: un tipo tranquillo che fa tutto quello che gli si dice, uno che non si lamenta, una persona gentile. Ma come dice sempre qualcuno, Niente è quello che sembra, ed io ne sono la prova lampante.
Premesso ciò, ecco cosa è successo oggi in ufficio.

Consegna di circa sei libri per le tredici, quindi stampa delle copie, delle copertine e successivo confezionamento: taglio, rilegatura, piegatura delle copertine ecc. Il mio collega che ha stampato il lavoro, appena finito il suo compito va a casa per il pranzo, l'addetto al confezionamento se ne sbatte della consegna e va anche lui a pranzo scaricando il suo lavoro ad un altro collega che, come me, ha la sfortuna di non poter andare a casa in pausa. Lui stava finendo questo lavoro, con il cliente nervoso in attesa, io stavo tranquillamente facendo il mio lavoro, nonostante fosse l'una passata.
Ad un certo punto della mia stampa finisce la carta, apro il cassetto della stampante e vado in magazzino per aprire una nuova risma e tagliarla. In magazzino trovo il mio collega con il cliente.

Collega: Mà mi fai un favore? Mi pieghi le copertine?
Io: Si aspetta, taglio la carta e vengo

Questo mentre io mi abbasso per aprire la risma e il cliente mi porge le sue copertine da cordonare, inevitabile il mio successivo sguardo da "E tu che minchia vuoi?". Con la risma da 50x70 in mano aspetto che il mio collega si sposti dalla taglierina per tagliare la carta, e qui comincia il teatrino:

Cliente: Eh io capisco l'ora, ma il lavoro è urgentissimo. Alle due (mezzora dopo) devo essere all'Assessorato per consegnare questi volumi! Dovevano essere già pronti e invece...
Io (carta in mano): ...
Collega (chino su uno dei libri): ...
Cliente: Cioè, se non fossero urgenti non sarei qui
Collega: Mà, due minuti e mi tolgo, così ti tagli la carta
Io: Tranquillo
Cliente (spazientito): No guarda, posa stà carta e aiutalo perchè io non ti faccio passare
Io (incredulo): Scusi?
Cliente: Il lavoro è urgentissimo, posa la carta e piegami le copertine. Scusami ma mi hanno mandato qui apposta, perchè sanno che quando arrivo io blocco il vostro ufficio per fare i nostri lavori. Se non fosse stato urgente non avrebbero mandato me!

Ora, mi pare assolutamente superfluo specificare che il "Ma chi cazzo sei?" ce l'avevo sulla punta della lingua, diciamo che non l'ho detto perchè un pò della ferrea educazione dei miei mi è rimasta, quindi mi sono limitato a dire, con l'aria più incazzata, strafottente, menefreghista e da pallista possibile "Mi spiace, ma se la stampante vuole carta io devo mettere la carta!". Detto questo, sposto il mio collega e i suoi libri del cazzo, taglio la carta ed esco dal magazzino con uno stupendo "Ma cu cazzu è?!?!" sussurrato/urlato.
Ma siccome fondamentalmente sono un signore (nonostante le parolacce), sono tornato in magazzino per aiutare il mio collega, ho preso le copertine e le ho portate fuori per piegarle con il cliente che mi seguiva. Per farla breve, la piegatrice non era a misura delle copertine come mi aveva detto il mio collega e ho sminchiato due copertine piegandole male, il tutto durante un colorito dialogo urlato a distanza tra noi due su centimetri e misure varie. Al terzo errore, sempre con l'importantissimo personaggio accanto, prendo le sue copertine, le lancio sul tavolo e urlo al mio collega "Senti, questo non è compito mio, lo sai. Sarei in pausa pranzo da mezzora e invece sono ancora qui. Io esco, non me ne fotte un cazzo!", e blaterando frasi su manie di grandezza, gente che crede di comandare e piedi in testa che non mi faccio mettere da nessuno ecc. sono uscito dall'ufficio per andare a pranzare.

Mi chiamano "Il figlio di Che Guevara" mica per niente a me...

lunedì 18 settembre 2006

Ancora non ci parliamo ma..

..in quanto a lavoro sembra che conosca solo me. Sono praticamente sommerso. Si ok, sono una serie di cazzate, ma sono una marea di cazzate! E il guaio è che oggi non ho proprio voglia di farmi il culo, ho un casino di pensieri in testa e per di più oggi il Circo stà dando il meglio di sè (ovvero: in ufficio c'è un alto tasso di nonsense).

A quanto pare il cambiamento che è iniziato venerdì riguarderà tutto l'ufficio. Lo spostamento di oggi è solo il primo di una lunga serie. Cambierò stanza anch'io, non so ancora se mi converrà o meno, fatto sta che non posso sottrarmi a queste decisioni. In compenso il clown che smanettava con i neon sembra abbia risolto il problema, Dio solo sa come visto che stiamo parlando di una persona che non sa neanche allacciarsi le scarpe. L'epilessia è stata scongiurata.

Vabbè, riprendo il mio lavoro. Buon lunedì anche a voi.

Intanto..

..i neon dell'ufficio continuano a spegnersi e riaccerdersi ogni 2 minuti. Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca, Stacca - riattacca.

Sicuramente per le due avrò già avuto la mia bella crisi epilettica.

Smetto?

Ieri sera sono uscito. Ero senza sigarette e ho chiesto ai miei amici "Le compro o approfitto dell'occasione per smettere?". Il 50% ha detto Comprale, l'altro 50% un dissociato Devi decidere tu. Risultato: le ho comprate.

Sogno o son desto?

Sogno: Stanotte ennesimo incubo. Non ricordo di preciso com'è andata, fatto sta che stavo in un porto che aveva le sembianze di una strada vicino casa mia, la strada ovviamente non c'era ma c'era il mare. L'acqua era verde, come se la sabbia del fondo fosse smossa, ed era praticamente in tempesta. Provavo un forte desiderio di andare in acqua ma ovviamente non potevo, poi non so come e perchè facevo un salto verso il mare e ci finivo proprio in mezzo. Non andavo sott'acqua, non affogavo, non nuotavo, semplicemente galleggiavo con l'acqua all'altezza dell'ombelico. Qualcuno mi salvava, trascinandomi verso la riva, ma l'acqua non è mai salita oltre il mio stomaco, nonostante la tempesta e le onde alte. Tra l'altro non avevo per niente paura, anzi, mentre venivo trascinato dalla corrente era come se fossi alle giostre. Poi arrivavo a riva e parlavo con chi mi aveva salvato.
Ho sognato anche altre cose, che adesso non ricordo bene, ma come sempre c'entra il lavoro e i miei colleghi, quelli ormai sono una costante.


O son desto?: Stamattina sono arrivato quando l'ufficio era ancora chiuso, cinque minuti dopo ho aperto insieme al vecchio. Subito mi ha detto che ci sono stati problemi con l'impianto elettrico e che la sala stampa era al buio, poi ho iniziato il mio lavoro e a poco a poco l'ufficio si è riempito.
Una stanza improvvisamente mezza vuota, una reception improvvisamente troppo piena, immancabili musi lunghi, un elettricista che stacca i neon in continuazione e la stampante che ha deciso di farmi bestemmiare inceppandosi continuamente. Praticamente mi sto chiedendo da mezzora se sono realmente sveglio o se tutto questo è la continuazione dei miei incubi.

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Update: non so se sia rilevante, ma mi sono ricordato che nel sogno, mentre stavo in acqua e venivo trascinato dal mio salvatore verso la riva, guardandomi intorno vedevo banchi di meduse, scogli e ostacoli vari, che puntualmente chi mi trascinava riusciva a farmi scansare. Continuo a chiedermi cosa significhi, soprattutto il fatto di non avere paura di essere in mezzo a una tempesta, di non avere paura dei pericoli che mi circondavano e la voglia di stare in mezzo a quel casino.

venerdì 15 settembre 2006

Il balcone

Nell'ultimo mese ho preso una strana abitudine. Fumo l'ultima sigaretta della giornata in balcone, prima di andare a letto. E' rilassante, soprattutto se in camera mia non c'è nessuno e posso permettermi pure il lusso di mettere la musica ad alto volume tanto da sentirla da fuori.

E così mi ritrovo a sospirare quella merda e a guardare quello scorcio di città che riesco a vedere dal quarto piano, e inizio a pensare.

Periodo di transizione

In fondo Settembre lo è sempre stato. Prima si passava dalle vacanze allo studio, un dramma! Adesso si passa dalle ferie al lavoro, una tragedia!
Che poi le ferie stancano, mica è vero che ti riposi, quindi è normale che dopo un inverno a lavorare, tre settimane di stanchezza, torni in ufficio ed è tutto un casino. Ma è tutto un casino perchè fondamentalmente nessuno è predisposto a lavorare tranquillamente. Mettiamoci pure il tempo, che al momento non è nè carne nè pesce, che influisce negativamente sull'umore e il gioco è fatto.
Oggi per esempio. Stavo raggiungendo l'ufficio e per strada ho cominciato ad avere mal di testa: cielo cupo, umidità al 90% e un caldo pazzesco. E' normale che poi, alle 08,35 lui mi si avvicini con la sua strana richiesta e io mi incazzi, è colpa del tempo, è colpa del periodo di transizione. E se l'altro mi fa il cazziatone è perchè anche lui era infastidito dal cielo in tempesta mentre rispondeva alle mie telefonate. E se l'altro ancora se ne sbatte, e se quella non chiama, e se quei due sono latitanti...è sempre colpa del tempo, di Settembre, del periodo di transizione insomma.

Si, si dai. Non c'è altra spiegazione logica per giustificare stò periodo dè mmerda.

Raffaella

Stasera è la mia colonna sonora. Prima sul Tribe Claudio mi ha passato un live di Rumore, contemporaneamente ho messo su i suoi mp3 e sono praticamente 2 ore che ascolto solo lei. Adesso sto ascoltando Que Dolor!

giovedì 14 settembre 2006

Merda

Non ci voleva, almeno non adesso. In ufficio era previsto un cambiamento, di ruoli e di stanze da almeno due mesi. Si sono decisi a farlo proprio ora che siamo tutti sotto pressione e in tensione.
Infatti stasera litigata con un altro collega. Mi ha cazziato perchè ha dovuto rispondere tre volte al mio telefono perchè io stavo fuori a fumare e al bar. Dire che è stata una reazione esagerata e fuori luogo è poco, soprattutto se si considera che l'elemento in questione va via un'ora prima di me e puntualmente "Ho mandato questo in stampa, ci pensi tu a seguirlo???".

Mi sa che suscito odio nei confronti della gente, non riesco a spiegarmi altrimenti le continue lotte per qualsiasi stronzata.

Bella giornata

Piccolo grande scontro stamattina già alle 08,35. Richiesta da stronzo, risposta da bastardo. Ci odiano, non ci sopportano più e non capiscono perchè ci ostiniamo a non chiarire questa situazione. E andiamo avanti da tre settimane.

Intanto la troia stamattina è partita. Una settimana tra le vacche Svizzere.

mercoledì 13 settembre 2006

Se dovessi

Se dovessi fare tutto quello che mi passa per la testa credo che:

- Mi arresterebbero per diffamazione
- Mi arresterebbero per atti osceni
- Mi arresterebbero per omicidio
- Mi arresterebbero per vilipendio

martedì 12 settembre 2006

Albicocco al curaro

Oggi ho scoperto questo blog. Sono mesi ormai che leggo i suoi commenti sul sito di Ele, ma non avevo mai visitato il suo. Risultato: ho le lacrime agli occhi e considerate che non posso ridere: a) perchè l'Allegra Famiglia mi passa e spassa dietro le spalle; b) perchè da due settimane faccio l'incazzato col mondo; c) perchè il coordinatore mi passa continuamente lavori con consegna alle 15!!

Grande Albicocco, mi hai cambiato la giornata!!

La catena - Atto 2°

I cinque film e i cinque libri che preferisco:

Libri:
  1. L'Alchimista
  2. Io Uccido
  3. Il Codice da Vinci
  4. Dolores Claiborne
  5. Alice nel Paese delle Meraviglie
Film:
  1. Kill Bill
  2. Il Pianista
  3. Le Ali della Libertà
  4. Evita
  5. Cercasi Susan Disperatamente
Ma la lista sarebbe più lunga, sia dei libri che dei film.

Tenetemi

Sto per comportarmi da bastardo, lo sento. Oggi litigherò con qualcuno, sono dell'umore adatto.
La camminata per arrivare in ufficio è stata troppo ispirante.

lunedì 11 settembre 2006

Words

A linguistic form that can meaningfully be spoken in isolation
Conversation, expression, a promise, a sigh
In short, a lie
A message from heaven, a signal from hell
I give you my word I'll never tell
Language that is used in anger
Personal feelings signaling danger
A brief remark, an utterance, information
Don't mince words, don't be evasive
Speak your mind, be persuasive
A pledge, a commitment, communication
Words

Il capo

Stamattina ha provato a lavorare. Mi sono avvicinato alla sua scrivania per chiederle una cosa ma era al telefono, aspettando per circa dieci minuti ho ascoltato quello che diceva. Ho dedotto che parlava con il commercialista o chi per lui, e che i calcoli della chiusura del mese non coincidevano. Lei sparava determinate cifre, l'interlocutore ben altre. Poi l'ho vista attaccata al monitor del pc, stavolta non per la posta elettronica e neanche per prenotare voli o pernottamenti, aveva davanti il programma per le fatture, e pare lo stesse osservando sul serio.
Quando mi sono allontanato è scoppiata la guerra, ha urlato contro suo fratello per qualche oscuro motivo (sicuramente perchè non faceva un cazzo, come sempre) e lui è scappato via sbattendo la porta. Qualche minuto dopo è arrivata sua madre, altre urla, anche contro il padre.
Per riassumere, la celebrolesa ha urlato quasi piangendo disperata che è esaurita, che la notte ha gli incubi, che non ce la fa più (probabilmente a cercare di capire che lavoro fa) e che è nervosa per colpa nostra. Finito di blaterare stè quattro cazzate che le sento urlare da tre anni e mezzo, ha imitato suo fratello andandosene sbattendo la povera porta.

Risultato: sua madre ha preso il suo posto per i conteggi di fine mese, mentre lei adesso starà prosciugando i testicoli del fidanzato o sarà in giro per negozi a spendere i soldi che dovrebbe dare a noi.

Niente di urgente

Posso concedermi un attimo di relax, il primo lavoro del pomeriggio devo consegnarlo alle 18,30.
Mattinata disastrosa, i miei buoni propositi tipici del lunedi mattina sono andati a puttane praticamente dopo pochi minuti. Devo comunque confessare che ne avevo solo uno, ma gia ieri sera avevo capito che non sarei mai riuscito a portarlo a termine. Ebbene si, ancora non ci parliamo. C'è stata un'altra bella scena muta sfumazzando una sigaretta, un paio di battute su qualche lavoro e poi lui mi ha combinato l'ennesima stronzata. Ho una bella risposta pronta, una delle mie famose freddure, non so se bruciarmela adesso o aspettare il momento giusto. E non ho neanche intenzione di sfogarmi con qualcun'altro, perchè l'ho gia fatto venerdi e dalle risposte che ho avuto ho capito che mi aveva freinteso. Ho rispiegato da capo i miei punti di vista e le risposte avute sono state le stesse. Ho provato ancora ma il risultato è stato sempre lo stesso. Praticamente tutti sanno che sono incazzato per un motivo assolutamente non vero, e i veri motivi sono praticamente sconosciuti a tutti, nonostante li abbia spiegati a tutti.

Che soddisfazione parlare con i miei colleghi. Praticamente se mi fossi rivolto ad un cerchio concentrico di merda avrei avuto lo stesso risultato.

venerdì 8 settembre 2006

La mia scatola del tempo

Così su due piedi, tra l'ennesimo panino di merda e la catasta di lavori da fare, tra le cose che metterei nella mia scatola del tempo ci sono:

- Agende e diari di scuola insieme ad una copia su disco del mio blog
- I biglietti dei concerti di Madonna insieme ai gadgets comprati
- La versione inedita e più lunga di Ray of Light
- Una copia di Alice nel Paese delle Meraviglie
- Le foto dei miei cari...non dei familiari, dei miei cari
- La mezza carta da gioco (7 di denari) trovata per strada che ho diviso con il mio migliore amico
- Il book delle opere della mia migliore amica che abbiamo realizzato insieme
- Un biglietto da visita della ditta dove lavoro
- Una foto con tutti i miei colleghi
- Una foto del mio primo viaggio a Roma

Secondo voi...

...è più blasfema una cantante che si chiama Madonna o un secchio per pulire i pavimenti che si chiama Mosè perchè divide le acque sporche da quelle pulite???

...Dio scomunicherebbe un dottore che pratica un aborto e manderebbe a meditare un prete pedofilo in un monastero???

...è meglio sentirsi esclusi in una conversazione dove si parla di reality o in una dove si parla di calcio???

...è meglio vedere il bicchiere mezzo vuoto e non accontentarsi o mezzo pieno e ritenersi soddisfatti???

...è meglio uccidere o lasciare che ti uccidano???

...è meglio lavorare nonostante la pausa pranzo o continuare a porsi domande del cazzo e avere un casino di lavoro dopo???

Back online

Dopo un mese e mezzo di attesa, oggi finalmente hanno ripristinato la linea ADSL in tutti i computer dell'ufficio. Contento il mio collega che non deve più sorbirsi la coda di gente che voleva collegarsi dal suo computer (l'unico con internet), contenti noi che adesso possiamo collegarci comodamente da qualsiasi postazione senza aspettare che lui vada a fumare o a pisciare.

giovedì 7 settembre 2006

Un pò di comunicazione..

..c'è stata, in un'altra pausa sigaretta, ma solo per parlare dei problemi (ben più gravi) di un altro collega. Il discorso l'ho iniziato io, poi da li in poi abbiamo parlottato un pò di più.

Ho deciso: anche se mi scassa la minchia farlo, domani mattina lo trascino al bar e chiarisco tutto. E' venerdi, odio passare i weekend pensando ai casini irrisolti in ufficio. E poi diciamoci la verità, che cazzo di comportamento è smettere di parlare con qualcuno per un qualsiasi motivo? Non si è fatto avanti lui? Pazienza, lo farò io per l'ennesima volta. Abbiamo trent'anni cazzo, non tredici.

27:33=7:13

In ufficio.

Lui: Mi presti l'accendino?
Io: Aspetta, devo fumare anch'io

Fuori.

Lui:
Io:

Lui:
Io:

Lui:
Io:

Lui:
Io:

Lui rientra. Io rientro. L'equazione nel titolo è in base all'età effettiva e a quella dimostrata da entrambi.

mercoledì 6 settembre 2006

Persecution Complex

Che il rientro in ufficio dalle ferie è stato un'autentica merda l'ho già scritto, quello che non ho scritto è che nelle prime due settimane sono successe delle cose che mi hanno infastidito, che mi hanno fatto vedere in una posizione di assoluto sfruttamento da parte di una persona, e la conseguenza è stata che ho smesso di parlargli mettendo il broncio come i bambini.
Mi aspettavo una controrisposta da parte sua un pò più matura, cioè che venisse da me per dirmi come mai ce l'avessi con lui, che mi chiedesse cos'avessi e cazzate varie. Invece la persona in questione si è comportata come me, mandando altri a chiedermi come stavo, ignorandomi, comportandosi come un bambino, come me. E qui la mia incazzatura è cresciuta a dismisura e sono nate un paio di discussioni.
Non scendo nei particolari perchè sono troppi, troppo lunghi e riguardano soprattutto il lavoro, ma mi chiedevo: fino a quando durerà questa commedia? Fino a quando riusciremo a dare ascolto al nostro orgoglio e a non parlarci, se non con poche frasi, quelle necessarie per non compromettere il lavoro?

Gli altri ne hanno le palle piene del nostro comportamento, in fondo non è la prima volta, ma non succedeva da tanto e soprattutto non ricordo che fosse durata così tanto come stavolta. Praticamente non ci parliamo da più di una settimana.
Di conseguenza sono entrato in una fottutissima fase di vittimismo ed ho iniziato a prendermela per ogni singolo "Ciao" che mi veniva rivolto da chiunque! Oggi è andata un pò meglio, ma solo in serata, per domani invece non faccio previsioni, ma spero che si decida lui per primo. Personalmente sono stanco di chiedere scusa o di sentirmi in colpa per cose che alla fine non dipendono da me. Sono stanco di parlare con persone che non ascoltano, o peggio ancora, che fanno finta, ti assecondano e poi non fanno nulla di quello che hanno promesso.

E' anche vero che la persona in questione è il mio famoso Angelo Custode, però cazzo, sono stanco veramente.

martedì 5 settembre 2006

The Nightmare, 1781. By Henry Fuseli

Un piccolo richiamo all'arte per parlarvi di qualcosa che con l'arte non c'entra proprio un cazzo.
Disperso da qualche parte in questo blog dev'esserci un post in cui parlavo dei mei incubi. Da oggi posso aggiungerne un'altro alla mia lista e il lettino dello psicanalista è ormai un pensiero fisso.
Non ricordo esattamente dov'ero, con chi ero, cosa facevo, so soltanto che mi ritrovavo in una specie di bagno comune in cui credo ci fosse un tizio impiccato. Improvvisamente entra in scena un prete (o forse più di uno) per benedire il corpo. La benedizione si trasforma in esorcismo ma tra i presenti sono l'unico a vedere la malvagità del prete e a capire che non sta facendo un esorcismo ma una messa nera. Poi un susseguirsi di pulizie (si, avete capito bene, spazzavo il pavimento), parenti e ancora sangue, misteri e profezie.

Il tutto intervallato da risvegli di pochi attimi in cui mi dicevo "Ma che cazzo stò sognando?"

lunedì 4 settembre 2006

La catena

Due gentilissimi blogger mi hanno coinvolto in un gioco sicuramente interessante: metterci un pò a nudo e scrivere cinque nostre piccole e strane manie e passare la palla ad altri cinque blogger per mandare avanti la catena (sennò che catena è?).
Un solo appunto: solo cinque? Io di manie ne ho a tempesta. Comunque, le più evidenti sono:
  1. Quando esco da casa o dall'ufficio mi controllo le tasche per assicurarmi di non aver dimanticato nulla. La cosa strana è che non dimentico mai nulla e, soprattutto, il controllo avviene quando sono già fuori.
  2. Nei miei pc (casa e ufficio) non esistono file nel cestino, nella cartella dei temporanei, nella cartella della cronologia e in quella dei documenti recenti. Li cancello almeno ogni dieci minuti.
  3. Ovunque scriva e qualunque cosa scriva la rileggo almeno due volte per assicurarmi che punteggiatura e maiuscole siano a posto (mai scritto un giorno della settimana o il nome di un mese in minuscolo).
  4. Parola d'ordine: Ordine. Niente nelle mie scrivanie (virtuali e non) o in camera mia è lì per caso. Tutto è lì perchè per me è il posto perfetto per loro: telecomandi, libri, pelouches, cuscini, sedie o granelli di polvere. Tutto dev'essere al suo posto, e per citare chi mi ha passato la catena, sistemo anche le posate prima di iniziare a mangiare, tovagliolo compreso.
  5. Quando parlo al telefono devo essere solo. Non riesco a parlare con nessuno se ho qualcun'altro accanto, neanche se ho mia madre accanto mentre parlo con mio padre.
Ho letto le vostre e le ho confrontate con le mie. Alcune sono simili ma penso di essere più da psicanalisi rispetto a voi, soprattutto per il punto 3, anche se in fondo è una deformazione professionale.

Ma ora viene il bello: a chi cazzo passo stà catena?

domenica 3 settembre 2006

Abietti si nasce

Per caso, in cerca di nulla, mi imbatto sempre in qualcosa che mi colpisce. Stavolta viene da questo blog, in un post del 6 Novembre 2001:

Ho capito una cosa. E fa male.
Quando la gente ti vuole bene lo fa, nella maggior parte dei casi, perché ti vuole in un certo modo, non per come sei, per quello che dai. Mi spiace, io sono what you see is what you get e non ho mai venduto né a te né a te né a te né a nessun altro qualcosa di diverso da quello che avevo in magazzino. Se ti sta bene okay, sono la persona più felice del mondo. Ma se non ti sta bene fai quello che vuoi fare e non venire a lamentarti con me.
Cristo, ho già i miei problemi, e non sono né piccoli né facili, e già sto di merda di mio. Porca puttana eva. È così difficile prendere decisioni? Sì? Beh, fallo comunque, perché a quanto pare questa è quella che chiamano vita ed è un continuo susseguirsi di decisioni. Prendile e non voltarti indietro. N
on ti voltare.
Non è difficile. Ci vogliono solo più coglioni. Fatteli crescere, io i miei ce li ho, e ci ho messo un bel po' per farli maturare. Se ci sono riuscito io ci può riuscire chiunque, quindi basta scuse e basta ambiguità. Fare, o non fare. N
on c'è provare. E io non sono la palestra di nessuno.
Queste parole in questo momento, così, per caso. Chissà perchè?
E' di nuovo un periodo di merda, ho passato due settimane di merda. Ho lavorato tanto, ho avuto nuovi impegni e di conseguenza nuove paranoie. Ho litigato con una persona che mi ha deluso, mi sono sentito tradito. Ho mangiato poco, ho dormito pochissimo e ho fumato tantissimo. Ieri sera invece piccola sbronza, e stamattina grande malditesta.

Non mi piace questa fine estate, non mi piace questo inizio di anno lavorativo.