C'è mancato poco, pochissimo. Non so come ho fatto a trattenermi ma ce l'ho fatta. E per fortuna aggiungerei, perchè non sarebbe stato normale scoppiare a piangere mentre cenavo con i miei e mio fratello.
Stavo lì, seduto a fissare la tv e mentre tutti mangiavano io pensavo solo ai cazzi miei. Pensavo e ripensavo, e se fossi stato solo avrei sfogato rabbia, depressione, delusione e senso di solutudine con un pianto liberatorio. Ma non era decisamente il momento migliore per farlo! Vallo a spiegare un gesto del genere.
Mi spiace scrivere una cosa del genere, non è bello fare la vittima e piangersi addosso, ma se non sto bene non posso certo far finta di nulla. E' uno dei periodi più brutti degli ultimi anni, sono confuso, non so che fare e mi va tutto a puttane. Tra l'altro non lo sa nessuno, cioè, ex colleghi, parenti e amici sanno soltanto che sono contentissimo di essermi licenziato, che al momento non cerco nulla e che sono in attesa di decidere cosa fare.
Quello che non sanno è che dentro di me c'è una confusione impressionante, un caos mai avuto. Mi domando cosa voglio fare e non so darmi una risposta, sono combattuto se fare un viaggio di distrazione o meno, non so se restare qui o trasferirmi, non ho la più pallida idea di cosa farò.
Ma non solo c'è di più, c'è anche di peggio. Si perchè essere stato abbandonato in questo periodo non è certo semplice. Chiamare e sentire cadere la linea dopo 15 squilli non è certo semplice. Mandare sms da 11 giorni e non avere risposta non è certo semplice. E non sapere perchè, non sapere cos'è successo, non avere nessuna notizia non solo non è semplice, ma è semplicemente devastante.
E quindi che faccio? Continuo a chiamare? Continuo a mandare sms? Rimango e vado a quel colloquio? Non ci vado e mi trasferisco? Faccio questo breve viaggio? Mi rinchiudo in un monastero con rosario e cilicio? Che faccio?
Stavo lì, seduto a fissare la tv e mentre tutti mangiavano io pensavo solo ai cazzi miei. Pensavo e ripensavo, e se fossi stato solo avrei sfogato rabbia, depressione, delusione e senso di solutudine con un pianto liberatorio. Ma non era decisamente il momento migliore per farlo! Vallo a spiegare un gesto del genere.
Mi spiace scrivere una cosa del genere, non è bello fare la vittima e piangersi addosso, ma se non sto bene non posso certo far finta di nulla. E' uno dei periodi più brutti degli ultimi anni, sono confuso, non so che fare e mi va tutto a puttane. Tra l'altro non lo sa nessuno, cioè, ex colleghi, parenti e amici sanno soltanto che sono contentissimo di essermi licenziato, che al momento non cerco nulla e che sono in attesa di decidere cosa fare.
Quello che non sanno è che dentro di me c'è una confusione impressionante, un caos mai avuto. Mi domando cosa voglio fare e non so darmi una risposta, sono combattuto se fare un viaggio di distrazione o meno, non so se restare qui o trasferirmi, non ho la più pallida idea di cosa farò.
Ma non solo c'è di più, c'è anche di peggio. Si perchè essere stato abbandonato in questo periodo non è certo semplice. Chiamare e sentire cadere la linea dopo 15 squilli non è certo semplice. Mandare sms da 11 giorni e non avere risposta non è certo semplice. E non sapere perchè, non sapere cos'è successo, non avere nessuna notizia non solo non è semplice, ma è semplicemente devastante.
E quindi che faccio? Continuo a chiamare? Continuo a mandare sms? Rimango e vado a quel colloquio? Non ci vado e mi trasferisco? Faccio questo breve viaggio? Mi rinchiudo in un monastero con rosario e cilicio? Che faccio?
2 commenti:
in base alle mie esperienze non idilliache ti do questi due suggerimenti, lascia perdere il telefono, anzi, se puoi getta il mumero e cambia anche il tuo.
e poi fai bene a fare un viaggio.... non importa dove e non importa per quanto.... l'importante è partire, e ti suggerisco anche la colonna sonora, viaggi e miraggi di F. De Gregori.
Sul viaggio sono d'accordo, ma non riuscirò mai a buttare il suo numero..
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