martedì 21 novembre 2006

Caos

Non so che m'è preso oggi, ma io sono così. Quando capita qualcosa di grosso nella mia vita non ne parlo con nessuno, mi reprimo e poi, improvvisamente esplodo come il peggiore dei vulcani!
E' successo tutto dopo la pausa pranzo, un inferno! Tutto è iniziato perchè il coordinatore era vistosamente incazzato con me per il mio scarso rendimento nelle ultime due settimane, io mi sono limitato ad avvicinarlo e a dirgli "Se in una scala da 1 a 10 tu mi odi 10 per il mio comportamento, sappi che io mi odio 100. Non so cos'ho, so soltanto che l'ultima cosa a cui penso è il lavoro".
Poi un crescendo di attesa, uno strano nervosismo, il solito sentirmi in gabbia. Sono esploso, più volte, ho trattato male tutti, ho urlato per ogni minima minchiata che andava storta, ho fatto tutto di fretta con la speranza di liberarmi prima sia dei lavori che dello sclero che avevo in testa, ma non è servito a nulla. Ho chiamato un amico, verso le sei e mezzo, quasi un'ora al telefono, a sclerare a cercare di analizzare con lui la mia situazione, a cercare di capire cos'ho, perchè mi sento così. Nessuna risposta sensata, o meglio, tante...troppe!
E dire che stasera avevo la cena con il mio collega mollato dalla fidanzata che dovevo tirare su! Cioè, io ero in piena crisi di nervi e dovevo pure consolare qualcuno! Ad ogni modo siamo usciti dall'ufficio, lui è passato dalla sorella della sua ragazza per parlarle, io sono uscito dalla macchina e in una delle vie, fortunatamente, più desolate della città ho richiamato il mio amico. Stavolta più di un'ora al telefono, ancora paranoie mie, seghe mentali, scleri non solo recenti ma anche di problemi risalenti a mesi fa che Dio solo sa come sono saltati fuori! Ho trattenuto a stento le lacrime, avevo la voce che tremava, io stesso tremavo! A tratti la voce andava via, oppure facevo lunghe pause per cercare di dare un senso logico al fiume di parole che mi uscivano dalla bocca, a volte sensate, a volte erano assurdi balbettamenti o mix di pensieri sconnessi tra loro. Poi risate isteriche e lacrime, lacrime trattenute non so manco io come.
E' proprio strana la mente umana, quando fonde fonde, e vengono fuori tutte le delusioni, tutte le amarezze e i colpi incassati, subiti, repressi e mai sfogati degli ultimi tempi. E così è stato. Ammiro la pazienza e la delicatezza del mio confessore, veramente. Probabilmente è la stessa delicatezza e la stessa pazienza che la gente vede in me quando mi confida i suoi più intimi bordelli. Io non ho detto proprio tutto, ma solo per mancanza di tempo, ma è stato bello avere qualcuno con cui parlare per più di due ore, qualcuno che mi capisse e che mi consigliasse cosa fare.
La cena è andata meglio del previsto, niente casini personali, abbiamo parlato solo di lavoro sia seriamente sia in maniera più leggera, prendendo per il culo capi e colleghi. A fine serata la ripresa dei discorsi più seri. Ha iniziato lui parlando della sua situazione, ho iniziato io dicendogli appena il 5% della mia situazione.

E' già un inizio.

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