venerdì 19 gennaio 2007

Sotto massima sorveglianza

Ieri pomeriggio stava per uscire a fumare ed è venuto a chiamarmi. Strano, di solito non lo fa mai. Gli ho detto che avevo appena fumato e mi ha chiesto di fargli compagnia. Ancora più strano. Vabbè, tanto lo immaginavo che prima o poi qualcosa mi sarebbe stata detta, e meglio da lui che da altri.
Esco con il mio coordinatore, ci allontaniamo un pò dall'entrata dell'ufficio e inizia il suo discorsetto. Mi dice che il capo gli ha parlato di me e del fatto che ultimamente non gli piace come lavoro. Sono sempre presente in ufficio ma da un paio di mesi è come se non ci fossi. Lavoro ma consegno tutto in ritardo. Sto sempre su internet. Non mi interesso di nulla. Così gli ha detto "Visto che tu lo hai sempre difeso, perchè non gli parli?".

E' vero, il mio comportamento in ufficio (e fuori) è totalmente cambiato, e a lui lo avevo anche detto, da subito. Ma ho provato lo stesso e difendermi. Gli ho detto che se non ho nulla da fare non mi va di aiutare gli altri (perchè gli altri non aiutano me), gli ho detto che non ce la faccio più a sostenere i ritmi dei mesi scorsi, gli ho detto che ho i miei casini a casa, gli ho detto che al momento non ho nè la lucidità mentale nè la tranquillità dei mesi scorsi, che non sono una macchina e che questo può capitare a chiunque.

Al solito mi ha consigliato di prenderli per il culo, di fare buon viso a cattivo gioco, di aiutare gli altri e, soprattutto, di stare meno su internet. Il fatto che io adesso sia proprio qui vi farà capire che la mia risposta è stata uno stupidissimo "Mi spiace, non ci riesco".
Rischio, lo so. Ma è più forte di me. E in più aggiungeteci il fatto che, per indole, più vengo pressato per fare qualcosa più io non la faccio.

Oggi avevo poco da fare, dopo il casino dei mesi scorsi effettivamente il lavoro adesso è notevolmente diminuito, e improvvisamente un mio collega mi ha chiesto di aiutarlo a rilegare dei libri. Ci sono andato, e anche volentieri, ne abbiamo fatto circa 300 dalle 11 alle 14. Devo ammettere che mi ha rilassato anche, sicuramente perchè non è un lavoro che appartiene alla mia routine. Gli ho chiesto se qualcuno gli aveva detto di chiamare me e mi ha risposto di no, che mi aveva chiamato perchè ero l'unico che poteva aiutarlo. Poi, dai suoi discorsi, ho capito che sapeva tutto e che mi aveva chiamato proprio per staccarmi da questo monitor del cazzo.
Non l'ho dato a vedere, ma mi sono incazzato. Adesso praticamente ogni volta che sono al mio posto l'intero ufficio pensa che stò cazzeggiando, adesso ho di nuovo tutti addosso perchè vogliono che faccio di tutto per non farmi licenziare. E li odio. Li odio perchè mi sento controllato a vista. Li odio perchè loro controllano me proprio mentre fanno le stesse cose che faccio io.

Hanno semplicemente la fortuna di non stare sul cazzo a quel nano di merda.

4 commenti:

yokikoli ha detto...

Mi spiace che stai cosi..!! non deve essere facile affrontare il lavoro con questo stato d'animo ...e soprattutto non e facile seguire le regole dettate da gente che non sa neanche chi gli lega le scarpe la mattina... insomma da pirla...fatti coraggio.... e non leccare il culo a nessuno! di lavori ce ne sono milioni.....l unico neo e che finchè non sarai tu a comandare, tu verrai comandato....e se non ti piace stare un gradino sotto...dovrai escogitare un nuovo "piano"di sopravvivenza all'ufficio! Dai su con la vita....non è poi cosi male!! smile!!! :D Ciao Massi

Massi ha detto...

Non ci riesco proprio a fare l'accondiscendente a tutti i costi: Mi metto automaticamente una faccia da cazzo che fa capire che mi stanno sul culo..di conseguenza passo x qllo che non fa quello che dicono loro..

Bhà..x adesso sono così apatico che non me ne fotterebbe nulla manco se mi buttassero fuori..

Passerà..non so quando ma passerà..

gds75 ha detto...

c'è un detto napoletano che dice "quando si martiell vatt, e quand si incudine statt" e mi pare che purtroppo tu stia proprio nella condizione dell'incudine.
Il mio consiglio (per quanto possa valere) è quello di fare veramente buon viso a cattivo gioco, e trasformarti per un po in quello che vogliono, così in primis non avranno motivi per parlare e poi perhcè a breve termine il vento cambierà e allora avrai motivi e modi per poter essere martello.
purtroppo a volte abbiamo bisogno dell'unica cosa della quale non vorremmo mai aver bisogno ovvero la pazienza!

Massi ha detto...

Fortunatamente la pazienza non mi manca (non sarei rimasto quasi 4 anni in quest'inferno altrimenti)..ma al momento non m'importa di niente..

..ma ammetto che mi incazzerei a morte se dovessero licenziarmi: non voglio dargli questa soddisfazione, ho sempre pensato che me ne sarei andato io..